Cos’è l’ipoglicemia e in cosa consiste l’iperglicemia? È chiaro che stiamo parlando di due problematiche opposte. Andiamo ad analizzarne e a conoscerne le specifiche caratteristiche. Queste informazioni ti serviranno per nutrirti con una maggiore consapevolezza e a fare le scelte alimentari più corrette, preparando piatti sani e bilanciati. Scarica subito le migliori ricette Paleo cliccando QUI.
Le caratteristiche dell’ipoglicemia
In questo caso stiamo parlando della complicazione acuta più frequente nei soggetti affetti da diabete di tipo 1. Questo disturbo sopraggiunge quando i livelli di zucchero nel sangue scendono troppo. Questa problematica può causare una varietà di segnali e sintomi reversibili caratteristici delle disfunzioni neurologiche, per esempio una temporanea menomazione cognitiva. Si tratta inoltre di un importante fattore limitante nei tentativi di raggiungere livelli vicini alla normoglicemia.
I rischi
Se non si interviene in tempi brevi, la condizione può degenerare dando luogo a convulsioni. In alcuni casi può portare alla perdita di coscienza e al coma. Soprattutto nei bambini piccoli, l’ipoglicemia può causare danni permanenti al sistema nervoso centrale. Ipoglicemie frequenti provocano una minor sensibilità agli abbassamenti dei livelli di zucchero nel sangue. In particolare quelle lunghe e prive di manifestazioni chiare, che si verificano nella persona anziana, potrebbero ridurre le capacità intellettive e potrebbero rappresentare un rischio per il cuore.
È utile dire inoltre che sbornie e droghe leggere possono aumentare il rischio di crisi di ipoglicemia per i pazienti di diabete mellito di tipo 1. Per tutte queste ragioni ci troviamo di fronte a un disturbo che preoccupa molto le persone diabetiche. Fortunatamente, è facile da risolvere ed è possibile prevenirlo, gestendo così il rischio di incorrere in una crisi più seria.
Iperglicemia: di cosa si tratta
La glicemia, vale a dire la concentrazione di glucosio nel sangue, è il valore principale che un paziente diabetico deve tenere sempre sotto controllo. Si esprime normalmente in mg/dl (milligrammi per decilitro). L’ipoglicemia riguarda la bassa concentrazione, mentre si definisce “iperglicemia” la presenza di una percentuale di glucosio nel sangue superiore al normale. La tendenza all’iperglicemia è il punto in comune fra tutte le varie forme di diabete.
I pericoli
L’ipoglicemia è dannosa, ma lo è anche la glicemia alta. Per quale motivo? Prima di tutto perché, insieme ad altri fattori, deteriora le pareti interne dei vasi sanguigni, contribuendo a occluderli. Questo dà luogo a complicanze microvascolari a danno di occhi, reni ed estremità, e macrovascolari (ictus e infarti). L’iperglicemia danneggia anche il sistema nervoso periferico. Ovviamente occorrono molti anni di continue iperglicemie perché queste complicanze possano iniziare a manifestarsi.
Questa problematica ha un’altra paradossale conseguenza. Il glucosio entra nelle cellule solo grazie all’insulina. Se questa è insufficiente o inefficace, il sangue è troppo ricco di nutrimento, mentre le cellule “muoiono di fame”. Per raccogliere l’energia necessaria bruciano i grassi contenuti al loro interno. Così facendo producono però dei rifiuti, ovvero i chetoni, che sono tossici per l’organismo. Una grave e continuativa iperglicemia può portare a gravissime situazioni di scompenso metabolico: le chetoacidosi.
Ipoglicemia e iperglicemia: le nostre conclusioni
Come avrai compreso, quelli che abbiamo visto sono due disturbi da non sottovalutare. I pazienti diabetici possono prevenire le crisi di ipoglicemia e iperglicemia tenendo sotto controllo i livelli di glicemia e anche la loro alimentazione. Anche chi non soffre di diabete dovrebbe prestare attenzione, in particolare portando in tavola ricette sane e bilanciate. Puoi scaricare alcune delle migliori ricette Paleo direttamente da questa pagina.
N.B.
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