Al 21° Congresso Internazionale dei biologi tenutosi a Loano, in provincia di Savona, è stato lanciato l’allarme per i gravosi danni che possono essere arrecati da un’eccessiva assunzione di fruttosio. Quest’ultimo è spesso contenuto in bevande e alimenti in dosi sopraelevate. A parlare degli effetti collaterali dell’eccesso di fruttosio è Francesco Salvatore, presidente del Ceinge-Biotecnologie Avanzate e docente dell’Università Federico II di Napoli.
“Il fruttosio – spiega Salvatore – è stato anche utilizzato lungamente come sostituto del glucosio in patologie umane, specialmente per il diabete e analoghe alterazioni metaboliche. Tuttavia, nell’ultimo decennio, si è iniziato sempre più a comprendere che l’eccesso di fruttosio nella dieta, come sta avvenendo per la sua presenza in moltissime bevande e alimenti confezionati (bibite, merendine, alimenti per bimbi e adolescenti). Esso è da considerarsi dannoso e comunque sconsigliabile”. (Se vuoi mangiare sano e seguire la dieta Paleo, non esitare a scaricare il nostro ebook di ricette: lo trovi su questa pagina!)
Cos’altro dovremo sapere a riguardo?
Il presidente del Ceinge-Biotecnologie Avanzate dichiara inoltre:
“L’aumento, negli ultimi decenni, del consumo di fruttosio è dovuto in gran parte all’immissione nella dieta, anche dei bambini, di preparazioni alimentari contenenti l’Hfcs. Quest’ultimo è presente nei cereali del breakfast mattutino, e in tutte le bevande gassate, nonché nelle barrette energetiche e nelle merendine”.
Negli ultimi anni, come spiegato dal docente del, è stato osservato che l’abuso di questo zucchero, e quindi l’eccesso di fruttosio, è causa di alterazioni fisiopatologiche. Può altresì causare sintomi di tossicità come quelli che caratterizzano la sindrome metabolica, obesità, disturbi gastrointestinali, al fegato e cardiovascolari.
“Gli individui normali – prosegue – sono variamente predisposti all’intolleranza al fruttosio. Un caso estremo è rappresentato dalle persone affette da una rara malattia genetica, detta intolleranza ereditaria al fruttosio. Questa patologia rende incapaci di metabolizzare il fruttosio assunto con l’alimentazione. Nelle cellule di questi individui manca un enzima, l’aldolasi B epatica”. Concludendo, afferma: “Tale mancanza blocca il metabolismo cellulare del fruttosio causando, sul fegato e su altri organi, effetti deleteri gravissimi”.
L’eccesso di fruttosio all’interno dei prodotti alimentari
Il fruttosio combinato con il glucosio forma il disaccaride saccarosio (il comune zucchero da cucina) rispetto al quale ha un potere dolcificante superiore (circa il doppio). È proprio l’abbondante presenza di fruttosio a conferire al miele una maggiore dolcezza rispetto allo zucchero tradizionale. La presenza del fruttosio nei cibi e nelle bevande prolunga i tempi di conservazione. Inoltre impedisce la cristallizzazione (aspetto particolarmente utile nelle bevande zuccherate).
La velocità di assorbimento di questo zucchero è inferiore rispetto a quella del glucosio e del saccarosio, ma comunque maggiore di quella degli edulcoranti artificiali consigliati ai diabetici. Grazie a questo assorbimento relativamente rapido, il fruttosio non ha gli effetti lassativi tipici dei dolcificanti artificiali. Tuttavia, quando il nostro organismo ha a che fare con un eccesso di fruttosio, si può andare incontro ad una rapida fermentazione che causa flatulenza e dolori intestinali.
Eccesso di fruttosio e ipertrigliceridemia
Il fegato ha il compito di metabolizzare il fruttosio trasformandolo in glucosio che, per via della lentezza con la quale viene prodotto, viene riversato in circolo lentamente. Tuttavia tale capacità di trasformazione ha un limite. In caso di eccesso di fruttosio, quest’ultimo viene convertito in acido lattico o in trigliceridi che verranno poi immessi nel sangue.
L’ipertrigliceridemia (elevata quantità di trigliceridi nel sangue) rappresenta uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. (Il metabolismo del fruttosio non influenza minimamente gli altri lipidi ematici, come il colesterolo o l’HDL.) Oltretutto, le cellule captano l’eccesso di trigliceridi. Le cellule provvedono anche a depositare gli acidi grassi sotto forma di tessuto adiposo.
Altri disturbi e problematiche provocate da un’eccessiva assunzione di fruttosio
Secondo alcuni studi condotti nel 2004, in un’università della Florida, l’assunzione di fruttosio determinerebbe una maggiore propensione a mangiare ancora dopo la sua assunzione. Questo può chiaramente spalancare le porte al sovrappeso e, indirettamente, al diabete stesso. La mancata secrezione di insulina e leptina sarebbe la principale causa della mancata insorgenza del senso di sazietà.
Questa ricerca ha scatenato un’ondata di critiche nei confronti del fruttosio e delle problematiche scaturite dall’eccesso di fruttosio. Successivamente questo zucchero è salito sul banco degli imputati come uno dei principali responsabili della sindrome metabolica.
Cosa fare per evitare le conseguenze scaturite da un eccesso di fruttosio?
L’utilizzo frequente di succhi di frutta, di dolci o di altri alimenti contenenti fruttosio può portare l’individuo a superare facilmente le dosi massime: 40-50 g. Basta pensare che due lattine di una bevanda zuccherata possono fornire fino a 50 g di fruttosio. Al contrario, però, servono circa due chilogrammi di fragole o un chilogrammo di banane per raggiungere tale soglia.
Considerando queste indicazioni, per evitare i danni scaturiti da un eccesso di fruttosio basta attenersi alla regola generale che prevede un limitato consumo di zuccheri semplici durante la giornata. Qualora la quantità di fruttosio ingerita sia superiore alla capacità di assorbimento intestinale anche una persona sana potrebbe accusare dei sintomi di malassorbimento. Se vuoi seguire la dieta Paleo, ti consigliamo di usare la stevia. Non dimenticare inoltre di scaricare il nostro ebook di ricette: troverai tanti piatti gustosi e perfetti per qualunque occasione.
N.B.
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ALFREDO dice
Salve,
quindi se ho capito bene il problema fruttosio riguarda solo quello artificiale addizionato,a scopo di conservazione,ai cibi. Non capisco allora la “fruttofobia” che carattterizza i praticanti della paleodieta,visto che per raggiungere un assunzione pericolosa di fruttosio bisognerebbe mangiarne a chili e anche in quelcaso quale ricerca dimostra la tossicità di un alto consumo di frutta fresca,considerando anche che esistono persone che praticano un’alimentazione fruttariana da decenni senza mostrare i segni patologici riportati nell’articolo.Ciao.
admin dice
Ciao Alfredo, infatti la frutta e’ un alimento concesso nella dieta paleo! il problema e’ che non tutti gli individui la tollerano equamente..In ogni modo in questo articolo si fa riferimento alle bibite dolcificate
giuseppe dice
scusa ma si può risalire in qualche modo agli studi fatti nel 2004 dall’università della florida?
Davide dice
Ciao Giuseppe, ecco il link https://academic.oup.com/ajcn/article/79/4/537/4690128
A presto!