Vitamina D sì, vitamina D no, vitamina D quanta? Che dilemma! A cercare di dipanare la matassa, consultando il web, ma anche le riviste di settore, ci si confonde ancora di più. Ci sono tante versioni, troppe, che si contraddicono tra loro sui valori vitamina D. Non resta che cercare di capire a cosa serva e perché è il caso di assumere vitamina D facendo una breve riflessione sulla storia dell’uomo.
Valori vitamina D, quali erano in passato
Molto spesso, per comprendere il presente è necessario fare un passo in dietro e vedere cosa è accaduto nel passato, in modo da trovare delle spiegazioni. Questo è il caso dell’utilizzo della vitamina D. Da tempo, ormai, si discute soprattutto sul suo dosaggio, assistendo a una grande diversità di opinioni.
Da una parte abbiamo i sostenitori di un elevato dosaggio di vitamina D, dall’altra abbiamo chi, al contrario, pensa che un eccesso possa causare problemi. Ma chi ha ragione in questa diatriba? Facciamo un salto nel tempo e andiamo a vedere cosa accadeva nel paleolitico.
All’epoca, l’uomo viveva in Africa, nella savana. Passava diverse ore alla luce del sole, senza abiti e, indubbiamente, senza i filtri e le protezioni solari che utilizziamo oggi. La vegetazione della savana, inoltre, non è fitta, così ci si ritrovava esposti al sole a lungo, producendo di conseguenza una quantità di vitamina D elevata.
Elevata anche la produzione di melanina, a difesa della pelle, motivo per cui gli uomini avevano una pelle scura, esattamente per lo stesso “meccanismo” che accade in estate quando ci esponiamo al sole e ci abbronziamo.
Ma l’uomo non è rimasto stanziale in Africa. A un certo punto si è spostato verso nord, raggiungendo anche posti decisamente freddi, come la penisola scandinava. Ha iniziato a proteggersi dal freddo con pelli di animali e, con una minore esposizione al sole, ha registrato valori vitamina D bassi rispetto a quelli che aveva in Africa.
Oggi, visto lo stile di vita, dobbiamo necessariamente integrare la vitamina D che il nostro corpo non produce più in quantità adeguate.
Quali dosi di vitamina D assumere
Appurato il motivo dell’integrazione della vitamina D, ora vediamo cosa si dice riguardo a dosaggio, ma attenti, c’è davvero molta confusione a riguardo, proviamo a fare ordine.
Quali sono i corretti valori vitamina D nel sangue?
Molti medici consigliano di assumere vitamina D in una quantità di 25.000 UI ogni 15 giorni o addirittura anche in un mese. A sostegno di tale dosaggio alcuni adducono la motivazione che, superando tali quantità, l’organismo produrrebbe calcio in eccesso, secondo altri, si verificherebbe una forte diminuzione del livello di calcio nelle ossa: come si vede, c’è una certa contrapposizione di eventuali esiti.
Ma è davvero così? Ormai sono fruibili diversi studi che hanno clamorosamente smentito questa convinzione e che, al contrario, suffragano un dosaggio elevato vitamina D.
Lo studio del 2017
Nel 2017 è stato fatto un importante studio pubblicato sul Journal Dermato-Endocrinology Volume 9. In questo studio sono stati esaminati ben 3.882 soggetti, un numero decisamente elevato e, come si sa, gli studi più attenibili si basano sui grandi numeri.
Ma veniamo ai dettagli. I soggetti che facevano parte dello studio avevano un’età media di 60 anni di cui il 35,5% aveva un BMI (indice di massa corporea) normale, ovvero era normopeso, il 27,5% era obeso e il 37,0 era sovrappeso.
Il 55% dei soggetti aveva riferito di aver assunto vitamina D e durante il periodo preso in esame dallo studio le dosi sono passate da 2.106 UI al giorno, nel periodo iniziale dello studio, a 6.767 UI al giorno per circa un anno.
I livelli medi di vitamina D sono così passati da 34,8 ng/ml a 50,4 ng/ml per tutta la fase di studio.
La conclusione degli studiosi
Con questo studio si è determinato quindi che il valore medio di vitamina D nei soggetti sani dovrebbe essere di 40 ng/ml e oltre. Inoltre, sempre grazie a questo grande studio, si è potuto determinare che il tanto paventato effetto collaterale di ipercalcemia non era assolutamente presente.
Naturalmente, dallo studio si sono tratte anche diverse altre conclusioni, quali il dosaggio più utile a seconda del peso o la reazione dei soggetti con o senza deficit di vitamina D al basale. Per le persone normopeso, in summa, è stato identificato un dosaggio di vitamina D3 pari a 6000 UI giornaliere per arrivare al valore di 40 ng/ml.
Nessuno dei partecipanti allo studio ha manifestato alcun tipo di danno collaterale o effetto avverso anche con assunzioni di quantitativi elevati di vitamina D.
La vitamina D in menopausa
Quello della menopausa è un periodo molto delicato nella vita di una donna, tanto quanto l’adolescenza e la gravidanza. Esattamente come in quelle altre fasi, si verifica un forte squilibrio ormonale. Il corpo si prepara ad affrontare dei cambiamenti. La produzione di alcuni ormoni non è più necessaria, per cui lo squilibrio ormonale può causare un aumento di peso, le cosiddette vampate di calore e una certa fragilità delle ossa.
L’osteoporosi è molto frequente a partire dalla menopausa, diverse donne ne sono soggette, per questo si effettuano esami specifici per verificare la salute delle ossa. In sostanza, questo è uno dei motivi principali per cui, soprattutto in questa tappa della vita, è importante assumere e integrare la vitamina D.
Questa, secondo le ultime ricerche effettuate, avrebbe un effetto decisamente positivo non solo per la prevenzione della fragilità ossea, ma andrebbe a mitigare anche la sensazione di calore, le classiche vampate causate dalla menopausa e che, per molte donne, sono davvero difficili da gestire.
Vitamina D e calcio, assieme, preverrebbero l’insorgenza dell’osteoporosi e ne rallenterebbero la progressione nei soggetti di età superiore ai 50 anni. La vitamina D, infatti, per essere davvero efficace, va assunta assieme al calcio e in maniera continua.
Alcuni ricercatori parlano di quantità di 700 UI e oltre al giorno per prevenire il rischio di fratture. Uno studio clinico, invece, dimostra che le quantità più adeguate al fine di prevenire fratture relazionate all’osteoporosi sono tra le 400-7.000 UI.
In menopausa, in conclusione, la quantità di vitamina D è strettamente influenzata dall’età e dalla condizione di salute del soggetto, ma dipende anche dal perché, quindi se viene assunta a scopo preventivo o conservativo.
In generale, le dosi consigliate sono:
- per le persone in salute, sotto i 50 anni, da 400 a 1000 UI di vitamina D e 1.200 mg di calcio al giorno;
- per gli over 50, invece, dagli 800 ai 2000 UI di vitamina D e 1.200 mg di calcio;
- per chi soffre di osteoporosi da 800 a 2000 UI di vitamina D e 1.200 mg di calcio, con possibilità di aggiungere un eventuale supplemento qualora fosse necessario.
Per quanto riguarda il quando, invece, la vitamina D può essere assunta in qualsiasi momento della giornata, sia vicino che lontano dai pasti. Importante, infine, verificare il livello di vitamina D nel sangue nelle diverse tappe della vita.
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